Cecilia Rodriguez e Ignazio Moser ieri, 30 giugno, dopo 7 anni di fidanzamento si sono spostati in una location da sogno in Toscana. Chi si aspettava una cerimonia e una festa sopra le righe è rimasto deluso perché la coppia ha optato per uno stile sobrio ed elegante.

Si è respirato dall’inizio alla fine odore di semplicità e famiglia, pochi ospiti, qualche vip, ma nulla di esagerato. Durante la cerimonia, poco prima di dire il fatidico si, Ignazio e Cecilia si sono scambiati delle promesse spontanee e molto dolci. Ha iniziato lui nominando anche il GFVip dove si sono conosciuti:

Son sincero mi ero scritto un discorso prima, poi ti ho sentito dire che è da sfigati leggere il discorso, quindi ho dovuto rivedere i miei piani, quindi andrò un pochino più spontaneo di come pensavo e sarà improvvisato. Quindi da dove iniziamo, iniziamo da ieri, perché mi sembra ieri la prima volta che ti ho visto entrare in quella casa al Grande Fratello, mi sembra ieri la prima volta che mi hai fatto sorridere, mi sembra ieri che ci siamo fumati quella sigaretta. E mi sembra ancora ieri quella volta in cui i nostri sguardi si sono incrociati. Nessuno mi completa più di te in questo mondo e mai mi completerà più di te. Ed è per questo vorrei chiederti se vuoi passare il resto della vita con me e diventare mia moglie“.

Poi è stata la volta di Cecilia:

Io non mi sono preparata un discorso, ma ho pensato a cosa dirti o a cosa scrivere. La verità è che io non sono brava a scrivere. Quindi non mi sembrava il caso oggi di mettermi a scrivere qualcosa. Anche perché noi siamo due persone che si sono sempre guardate negli occhi e che hanno sempre avuto il coraggio di dirsi tutto quello che si dovevano dire, nel bene e nel male. Quindi ce ne siamo dette tante. Oggi volevo ringraziarti perché non mi hai voluto mai cambiare, mi hai accettato così come sono. Questa è la dimostrazione più grande d’amore che possa esistere. Mi ami come sono, con i miei pregi e con i miei difetti, che sono tanti. Questo è uno dei motivi per i quali ti amo e ti sono grata“.